Il ginocchio è un’articolazione su cui grava la maggior parte del peso corporeo in ogni fase del movimento, rendendolo così il maggior responsabile della stabilità dell’arto inferiore.
Il Legamento Crociato Anteriore LCA e il Legamento Crociato Posteriore LCP costituiscono il pivot centrale del ginocchio; questi intervengono nella stabilità articolare in sinergia con la capsula e i muscoli.

Il compito del LCA è di impedire la traslazione anteriore della tibia, di limitare la rotazione interna e l’iperestensione; il LCP interviene invece controllando la traslazione posteriore della tibia e l’iperestensione.

LA PREVENZIONE DELLE LESIONE DEL LCA

La lesione del Legamento Crociato Anteriore è direttamente proporzionale all’incapacità del nostro fisico di gestire con controllo un’azione potenzialmente traumatica, quindi in linea generale la prevenzione si attua svolgendo un programma di allenamento funzionale che permetta di aumentare la forza massimale e resistente, di coordinare al meglio le complesse gestualità atletiche, di aumentare gli automatismi soprattutto con sport specifici e la capacità propriocettiva riflessa, la quale salvaguardia il legamento attraverso dei corretti adattamenti neuro-muscolari.
In modo più specifico, l’attività neuromuscolare di protezione del Legamento Crociato Anteriore, dovrebbe riguardare in modo importante l’attivazione riflessa degli ischiocrurali, che dovrà essere più istantanea possibile, e la tonificazione del quadricipite femorale che interviene nel ginocchio come stabilizzatore.
I normali esercizi propriocettivi svolti sulle tavolette destabilizzanti in modo lento e controllato, non sono sufficienti a condizionare una risposta muscolare abbastanza rapida da anticipare la lesione del Legamento Crociato Anteriore. Quindi un’efficace prevenzione si attua attraverso un aumento della sensibilità del sistema muscolo-tendineo-legamentoso nei confronti di veloci stiramenti eccentrici. Tutto ciò viene realizzato tramite circuiti propriocettivi dinamici e pliometrici.
Un programma di prevenzione deve partire innanzitutto con un aumento generale del tono muscolare del ginocchio, basato sul riequilibrio del rapporto di forza dei muscoli flessori ed estensori (2/3); solo successivamente si passerà al condizionamento relativo alla rapida attivazione degli ischiocrurali come meccanismo di difesa alla traslazione anteriore della tibia.

Molta attenzone va dedicata anche agli esercizi di correzione posturale e stretching, necessari a stabilire un corretto passaggio di forza tra le varie unità funzionali corporee; si dovrebbe ricercare un buon equilibrio posturale attraverso esercizi di allungamento e stabilizzazione del Core (è l’insieme di tutti i muscoli del tronco e del bacino); un Core stabile permette di creare un “punto fisso” su cui applicare le forze senza che si disperdano.

Contemporaneamente si dovranno eseguire esercizi di allungamento delle catene muscolari retratte: è infatti dimostrato che un muscolo affaticato non solo diminuisce la forza, ma aumenta anche il tempo di latenza (tempo di attivazione); una lenta risposta muscolare riduce sia la capacità di protezione del Legamento Crociato Anteriore da parte degli ischiocrurali che l’abilità di stabilizzare il ginocchio.

Essendo che l’evento lesivo solitamente si manifesta durante la fase eccentrica, cioè quando il muscolo sottoposto a uno sforzo maggiore non riesce a dare un corretto contributo al sistema capsulo-legamentoso nella stabilizzazione del ginocchio è bene nella parte finale del programma di prevenzione ricercare un condizionamento che preveda esercizi eccentrici con contrazioni eccentriche-flash, dopo aver stancato l’atleta con esercizi di resistenza.

ginocchio

IL SISTEMA PROPRIOCETTIVO

Il tessuto muscolo tendineo, i legamenti e la capsula che rivestono l’articolazione del ginocchio sono strutture ricche di propriocettori, i quali svolgono un’importante funzione di controllo sulla stabilità, sul movimento, sulla postura e sull’equilibrio.
Una depressione del sistema propriocettivo, come solitamente succede dopo un intervento chirurgico, dopo un trauma o anche solo dopo un periodo di immobilizzazione, determina una diminuzione del controllo e della percezione del movimento, causando l’instaurazione di schemi motori alterati, compensi posturali e apprensione anche durante i semplici gesti quotidiani. Nel periodo post traumatico, dopo aver recuperato un sufficiente grado di mobilità e tonicità muscolare, il programma riabilitativo dovrebbe comprendere dei graduali esercizi propriocettivi; nel caso di intervento chirurgico è bene confrontarsi con il chirurgo che ha eseguito l’operazione per conoscere l’entità del danno.

Il condizionamento della propriocettività deve seguire un iter di progressiva difficoltà: affondi laterali su dei cuscinetti destabilizzanti, ricevimento e lancio di una palla mantenendo il controllo su di una pedana destabilizzante, controllo della posizione su una fit-ball mentre si mantengono gli occhi chiusi.
Dopo aver acquisito una condizione fisica sufficiente, gli esercizi propriocettivi si dovrebbero concentrare sui veloci stiramenti eccentrici; a seconda della destrezza e rapidità raggiunta si aumenterà la difficoltà integrando delle rotazioni o cambi di direzione immediatamente dopo il balzo pliometrico; questo lavoro dapprima sarà svolto in appoggio bipodalico poi monopodalico. Si passerà poi a effettuare questi esercizi a occhi chiusi, cercando di immaginare il gesto atletico da svolgere, perchè l’immaginazione crea degli stimoli allenanti che permettono di stabilizzare e migliorare l’esecuzione tecnica.

Quindi il fulcro della prevenzione, una volta che sono state allenate in modo equilibrato e sufficiente le diverse capacità motorie, è diretto alla rapidità di reazione e di attivazione degli schemi motori già preparati in allenamento e deputati al controllo del ginocchio sotto stress.

Articolo tratto dalla rivista Performance Maggio 2015

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